IT’S RAINING CATS AND DOGS… Quando il ruolo del traduttore professionista diventa cruciale

Nell’ultimo articolo abbiamo affrontato il tema della lingua italiana, tentando di riassumere molto sinteticamente alcune delle sue principali sfaccettature.
In questo post, invece, vogliamo farvi toccare con mano la figura del traduttore e interprete professionista e, partendo dalle considerazioni fatte precedentemente, vediamo quali sono le principali regole da tenere a mente quando si traduce da una lingua a un’altra. Gli esempi che riportiamo riguardano prevalentemente le traduzioni dall’inglese verso l’italiano, ma i concetti possono essere estesi a ogni combinazione linguistica.

Prima di procedere, è necessario ricordare che un buon traduttore, oltre ad essere madrelingua della lingua di destinazione del testo da tradurre, deve avere una conoscenza eccellente della lingua di origine, in quanto questo lavoro non consiste in una mera “trasposizione di parole”; infatti, un testo ben tradotto è in grado di trasmettere i significati più profondi dell’originale, lo stile e i costrutti culturali o tecnologici cui fa riferimento. Ovviamente, senza una completa comprensione del testo di origine, il risultato finale avrà tutte le parvenze di un lavoro eseguito da un dilettante. Uno dei canoni del mondo della traduzione a livello professionale, infatti, è rappresentato dal fatto che il traduttore lavori quasi esclusivamente verso la propria lingua madre, non solo perché ciò risulta più semplice, ma soprattutto perché è necessario che la traduzione non sembri affatto tale e che il testo target conservi una propria naturalezza.

Ora, passando al dunque, mettiamo a fuoco i punti chiave da tenere a mente quando si esegue o si valuta un lavoro di traduzione “a regola d’arte”.

it s raining cats and dog

Stile e figure retoriche

I modi di dire, le metafore e altre figure retoriche comunemente accettate in una lingua, difficilmente risultano identiche in un’altra. Pensiamo al notissimo esempio: “It’s raining cats and dogs”; se si traducesse letteralmente in italiano (o in altra lingua) tale espressione, non solo non avrebbe alcun senso, ma di certo non veicolerebbe il significato reale che dovrebbe contenere. Frasi di questo tipo non solo rappresentano il peggior nemico dei traduttori automatici, ma anche di traduttori poco specializzati. Una soluzione corretta, in questo caso, potrebbe essere “piove a dirotto”. Tuttavia nemmeno questa soluzione è scontata, in quanto il traduttore potrebbe optare anche per “piove a catinelle”, piuttosto che “viene giù il mondo” (riportando uno stile più colloquiale).

Punteggiatura

La punteggiatura è un altro elemento di non poco conto. Se in inglese la virgola prima della congiunzione and è ammessa, in italiano è considerato prevalentemente un errore. Inoltre, in inglese le incisive possono essere segnate sia da due trattini che dalle virgole, mentre in italiano la regola vuole che si utilizzino esclusivamente le virgole. Queste sfumature difficilmente sfuggono all’occhio di un lettore madrelingua.

Linguaggio tecnico e falsi amici

Le traduzioni tecniche, se dal punto stilistico possono apparire più semplici, sono assai difficili sul fronte della terminologia. Proprio a causa di un’innocente mancanza del traduttore di una famosa serie americana, il medico più controverso e geniale del piccolo schermo divenne Mastro Geppetto, chiedendo ad uno dei suoi assistenti lo “scalpello” invece del bisturi. I falsi amici sono sempre in agguato e scalpel ne è un esempio.

Un episodio simile difficilmente crea grossi problemi, se non qualche sorriso e qualche presa in giro della durata di un tweet. Nei contesti ufficiali però, come nella traduzione di un manuale d’uso o di un brevetto, una simile imprecisione potrà portare a conseguenze non indifferenti quali, ad esempio, malfunzionamenti del prodotto o problemi nella rivendicazione dei diritti sulla proprietà intellettuale. Non solo, il linguaggio tecnico è molto importante anche nelle traduzioni commerciali, in quanto usare il “gergo” specialistico in modo corretto con i propri partner contribuisce ad una maggiore comprensione della proposta commerciale stessa. Per trovarne qualche esempio basta andare sui principali siti eCommerce, dove si possono trovare quotidianamente strafalcioni esilaranti.

Ortografia

L’ortografia, infine, non riguarda esclusivamente l’italiano, ma qualsiasi lingua. I refusi più frequenti, soprattutto nell’ambito delle traduzioni, possono essere catalogati in:

  • Errori di battitura
  • Malapropismi  (“errori di battuta”)
  • Errori di “interferenza”, particolarmente pericolosi per i non-madrelingua (utilizzo di consonanti doppie o di accenti)

In conclusione, ho scelto di avvalermi di uno stralcio di testo tratto da “Le sei passeggiate nei boschi narrativi” di Umberto Eco, in cui l’autore affronta il tema della traduzione come “processo di negoziazione”:

“Negli stessi mesi […] usciva in Italia il mio libro Lector in fabula (solo parzialmente simile alla versione inglese che si intitola The role of the reader). La differenza tra titolo italiano e titolo inglese è dovuta al fatto che il titolo italiano (o meglio latino), tradotto letteralmente in inglese, suonerebbe “The reader in the fairy tale”, e non significherebbe nulla. Invece in italiano si dice “lupus in fabula” come equivalente dell’inglese “speak of the devil”, espressione che si usa quando arriva qualcuno di cui si stava parlando. Ma siccome nell’espressione italiana si evoca la figura popolare del lupo, che per definizione appare in tutte le favole, ecco che in italiano potevo rievocare quella citazione per mettere nella favola, ovvero in ogni testo narrativo, il lettore.”